Largo Schuster 1, Milano

Diritto penale dell’informatica

La crescente apertura di internet al pubblico, l’estensione delle coperture di connessione e la rapida diffusione di dispositivi mobili, hanno trasformato le reti di comunicazione in una dimensione globale di costante scambio. In tale spazio cibernetico (cd. Cyberspace) gli utenti possono essere al contempo autori e vittime di reati e tali comportamenti illeciti possono altresì innescare la responsabilità delle persone giuridiche ai sensi del d.lgs. 231/2001.

Accanto ai reati informatici in senso stretto che si caratterizzano per le particolari modalità di aggressione al bene giuridico protetto (frode informatica ex art. 640 ter c.p., accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico ex art. 615 ter c.p., diffusione di programmi virus, etc) sono oggi in continuo aumento i reati che vengono commessi attraverso lo strumento informatico (truffa on line, diffamazione tramite social network, cyberbullismo, cyberstalking, violazioni della privacy mediante l’utilizzo illecito di apparecchiature atte ad intercettare o interrompere comunicazioni informatiche o telematiche, etc).

In tale contesto in continua evoluzione, si prospetta la necessità di una profonda riflessione in ordine ad alcune fondamentali categorie dogmatiche, con importanti ricadute anche pratiche sulle regole d’imputazione oggettiva e soggettiva, sulla determinazione del momento e del luogo di consumazione del reato, sulla rilevanza penale di comportamenti anche successivi alla formale perfezione della fattispecie penale che possono determinare la co-responsabilità di altri utenti.

Le peculiarità del reato informatico si riflettono anche sulle particolari modalità e tempistiche delle indagini difensive, siano esse pubbliche o private.
Emblematiche, a titolo esemplificativo, le pronunce della Corte di Cassazione in merito alla “localizzazione mediante il sistema di rilevamento satellitare” e in merito all’utilizzabilità dei “captatori informatici” nel processo penale (Cass., Sez. Un., 28 aprile 2016, n. 26889).
Lo studio si avvale della collaborazione di esperti consulenti informatici forensi per offrire assistenza legale già nella prima fase di indagine interna.